giovedì 25 Aprile 2024

INVALSI: Sotto RSU sempre risse e demagogia

LA CGIL accusa CISL E UIL RICERCA di non aver voluto far votare i precari in INVALSI: ovviamente partendo dal presupposto che quando si vuole una cosa, si può pretendere a prescindere dalle regole.

E’ necessario ricordare che gli accordi sottoscritti all’ARAN recano la firma della CGIL, che improvvisamente dimentica in sede locale quello che ha deciso in sede nazionale.

Nell’accordo ARAN è chiaramente espresso – e non per volere della CGIL che se ne era dimenticata! – che possono votare i lavoratori inseriti nelle liste di stabilizzazione o rinnovati per legge. I precari dell’INVALSI purtroppo non lo sono.

La CGIL ha provato quindi a forzare la mano in ente, così l’INVALSI ha prodotto una nota in cui si diceva che i precari erano stati rinnovati “ai sensi dell’art. 5 comma 4 della 368/81”, il che sarebbe stato perfetto perché significava che l’ente intendeva assumerli alla fine del triennio. Quando l’ente ha realizzato ciò, ha “corretto” la propria nota, scrivendo che il comma era diverso, ed ha invocato il 4 bis dell’art. 5, che invece dice che alla fine del triennio dovevano andare tutti a casa. Alle proteste della UIL, L’INVALSI ha scritto che il rinnovo era avvenuto a seguito di un accordo sindacale e quindi non per legge. Per questo motivo i precari restano esclusi secondo quanto previsto dal protocollo ARAN.

La UIL è consapevole dell’anomalia della mancanza di voto ai tempi determinati, ma non ritiene mai possibile scavalcare “per accordo locale” quanto deciso tra confederazioni e sindacati: semmai, lotta anche in casa per far cambiare le regole, non per violarle. Infatti in ben due riunioni ha chiesto di modificare il regolamento, ma chi si è opposto è la CGIL, per ragioni che non sta a noi giudicare. E va sottolineato che la UIL ha posto il problema dei tempi determinati per ben due volte in occasione dei tavoli ARAN nazionali.

La consuetudine di sparare “ad alzo zero” collegando cose non collegabili è tipica non solo delle tornate RSU ma della CGIL che attacca la UIL ogni volta si trova a dover constatare gli errori delle proprie scelte ed il dissenso interno dei precari: la rissa che imputano a noi altro non è che un tentativo disperato di scaricare su altri le loro responsabilità politiche. In questo caso, quella di non aver voluto modificare il regolamento e dare ai precari di tutto il comparto (non solo dell’INVALSI) il diritto di voto.

Le interpretazioni tanto invocate presumono che ci siano dei margini di interpretabilità che l’accordo ARAN non consente: va detto che il potere di interpretare un accordo sindacale in tema di RSU non è nelle disponibilità né delle singole Amministrazioni, né tantomeno delle commissioni elettorali. A meno che non si intenda sostenere che all’ARAN i sindacato perdono tempo, ovvero si voglia in realtà rendere invalide le RSU,

Difendere il precariato non vuol dire lottare a valle quando a monte non si è fatto niente: la demagogia vera è lasciare intendere che una cosa si può fare se si vuole, quando invece non si può per legge, per norma, per accordo. Bisogna insieme lottare per raggiungere gli obiettivi, ma nell’ottica della UIL non esistono scorciatoie: anche in tema di modifiche del regolamento per le RSU, ad avviso della UIL bisogna rispettare le regole e lottare per cambiarle se sono sbagliate: non violarle. E soprattutto non si devono dare false informazioni ai lavoratori.

UIL RUA
Sonia Ostrica

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