Egregio Commissario,
Siamo a conoscenza di una comunicazione pervenuta nei giorni scorsi, ai responsabili di Unità da parte del Direttore UCP, apparentemente su sua sollecitazione, nella quale si chiede agli stessi di specificare le motivazioni “dettagliate” che abbiano indotto alla fruizione dei permessi per esigenze di servizio negli ultimi mesi per ognuno dei dipendenti citati in elenchi allegati alla lettera.
Mi permetto di ricordarle che i dipendenti non Ricercatori/Tecnologi per poter fruire del permesso devono chiedere ed ottenere autorizzazione in anticipo motivandone la ragione, anzi il più delle volte, è proprio il loro responsabile gerarchico a chiedere al dipendente di recarsi fuori sede per attività correlate alle mansioni loro assegnate ed ai progetti nei quali essi sono inseriti.
Diversa la situazione per i dipendenti collocati nei primi tre livelli per i quali è contrattualmente prevista l’autodeterminazione dell’orario di lavoro (art. 58 c. 3 del CCNL EPR 1998-01) e la possibilità di assentarsi per esigenze di servizio con il solo obbligo di autocertificare durata e motivi della loro attività all’esterno del Centro ENEA in occasione del consuntivo mensile delle presenze.
La stessa carta europea del ricercatore, talvolta evocata ma purtroppo spesso dimenticata anche in ENEA sancisce, tra l’altro, “il diritto del ricercatore a svolgere e pianificare in piena autonomia e flessibilità la propria attività ai fini del raggiungimento degli obiettivi…”.
Per queste ragioni la richiesta di UCP per il metodo ed il merito appare completamente stonata in quanto cala un generico velo di sfiducia dell’Ente nei confronti dei suoi dipendenti, non solo di chi ha usufruito dei permessi di servizio ma anche di chi ha prima autorizzato e poi validato mensilmente il lavoro fuori sede dei colleghi di cui ora, gli si chiede nuovamente conto “dettagliatamente”.
La richiesta della direzione del personale, di cui non ricordiamo una sola circolare sulla materia negli ultimi anni, sembra inoltre voler introdurre unilateralmente e inopportunamente dei limiti di liceità nel numero dei permessi fruibili dal dipendente prima di incappare in odiosi “supplementi d’indagine” .
I responsabili della funzione centrale del personale hanno naturalmente l’obbligo di svolgere il proprio ruolo, assumersi le proprie responsabilità e se del caso, intervenire su comportamenti illeciti ma non hanno il diritto di trattare tutti da “disonesti”, alimentando un clima di disagio tra quel personale che non dovrebbero solo gestire ma al quale dovrebbero assicurare tutti gli strumenti per un’adeguata crescita professionale (ad esempio introducendo regole chiare sulla formazione e sulla mobilità interna).
La UIL RUA anche in ENEA, è naturalmente al fianco di chiunque si batta per un sistema delle regole per tutti e su tutto ed esprime la ferma convinzione che un clima di inquisizione e di sospetto non giovi alla parte “sana” della nostra Agenzia rappresentata dalla stragrande maggioranza dei ricercatori, dei tecnici, e del personale amministrativo, dipendenti che quotidianamente svolgono il loro lavoro con profitto e con quella dignità che nessuno ha il diritto di calpestare .
I migliori saluti
UIL RUA
Marcello Iacovelli