mercoledì 22 Gennaio 2025

I° Congresso Nazionale UIL RUA – Documento finale: “Io valorizzo”

2014 congresso manifesto orizzontale small• Il Congresso Nazionale della UIL RUA riunito a Roma nel giorno 23 ottobre e a Montesilvano (PE) nei giorni 24 e 25 ottobre 2014, approva la relazione introduttiva e la replica finale del Segretario Generale Alberto Civica.

• Il Congresso Nazionale della UIL RUA approva le tesi congressuali confederali e le tesi di categoria, già ampiamente discusse, approfondite e arricchite nei Congressi di Ateneo, di Ente, delle Strutture AFAM e dei Congressi Regionali della UIL RUA.

• Il Congresso Nazionale della UIL RUA registra con soddisfazione la forte crescita del consenso verso la nostra Organizzazione e lo sviluppo della sua identità, della sua iniziativa e del suo ruolo nel movimento sindacale e nella stessa interlocuzione con le Istituzioni.

• La crescita della UIL RUA è il frutto del grande lavoro svolto in questi anni dai quadri e dalle strutture di categoria, a tutti i livelli. E’ il risultato soprattutto della scelta lungimirante e coraggiosa di costruire la categoria della UIL RUA, autonoma e presidio di settori da cui dipende la crescita sociale e economica del Paese.

• A ciò va aggiunta la capacità della UIL RUA di rinnovare anche sul piano organizzativo. A testimonianza di ciò vanno ricordate la costituzione del gruppo degli Emergenti UIL RUA e l’apporto politico dei precari: tali scelte sono risultate coinvolgenti ed hanno portato nuove energie ed entusiasmo nella costruzione delle nostre proposte.

• Con questo metodo e con questa sensibilità la UIL RUA intende promuovere la partecipazione delle donne alla vita sindacale, sostenendo sempre di più l’azione del Coordinamento Pari Opportunità (CPO), la partecipazione paritaria delle donne e il raggiungimento di una vera uguaglianza nella rappresentanza. La composizione degli Organi Statutari della UIL RUA a seguito del I° Congresso Nazionale rappresenta un primo importante risultato delle politiche di genere della nostra categoria.

• Anche con il sostegno sempre più convinto della Confederazione e con l’apporto decisivo dei quadri sindacali, dei giovani e delle donne, la scelta della costruzione della categoria della UIL RUA va ora supportata per portare nella UIL, nel movimento sindacale e nelle Istituzioni la voce delle lavoratrici e dei lavoratori impegnati nella produzione di nuovo sapere e di nuova conoscenza. Ricercatori, docenti, tecnici – amministrativi non vedono nell’Italia del XXI secolo ancora pienamente riconosciuto il proprio ruolo economico e sociale nelle politiche pubbliche, soprattutto a causa dell’assenza di investimenti adeguati.

• Il Congresso Nazionale della UIL RUA individua nell’indebolimento progressivo del ruolo regolatore e stimolatore dello Stato – anche contro il dettato dell’Art. 3 della Costituzione della Repubblica Italiana – il motivo di fondo del regresso preoccupante dell’economia italiana e della svendita progressiva di pezzi fondamentali dello Stato Sociale. Tutto ciò sta incidendo negativamente sui livelli occupazionali e sulle prospettive di lavoro delle nuove generazioni. Gli ultimi interventi del Governo in materia di mercato del lavoro e la devastante precarizzazione costituiscono le espressioni più evidenti ed inaccettabili di queste politiche.

• Il Congresso Nazionale della UIL RUA sostiene la centralità del pubblico impiego nel sistema Paese, sottolineando la differenza tra necessità di semplificazione burocratica e rischio di smantellamento di un sistema di regole, che deve invece rimanere a baluardo contro abusi in ambito commerciale, sociale e ambientale.

• Dal 2008 il dato spaventoso di 2 milioni di disoccupati, con tassi elevatissimi tra i giovani e nel Meridione, testimoniano il fallimento clamoroso della politica italiana e dell’austerity imposta in sede europea. I vincoli europei stanno indebolendo le prospettive di crescita in tutto il Continente e si stanno rivelando devastanti sul piano sociale. La UIL RUA ritiene fondamentale un deciso cambio di rotta e chiede una vera democraticità nelle Istituzioni Europee.

• Contro questo fallimento, si deve riaffermare il ruolo alternativo del Sindacato quale vero rappresentante di un mondo del lavoro reso sempre più articolato e complesso dalle nuove tecnologie. Il Sindacato deve diventare il punto di raccordo e di tutela di precari, atipici, disoccupati e inoccupati e deve altresì essere strumento di democrazia, in un Paese in cui la politica pretende di concentrare nelle proprie mani un potere senza contrappesi e nega alle rappresentanze sindacali la partecipazione e dunque la stessa funzione di proposta.

• Nell’impoverimento economico generale del Paese emerge come dato peculiare il sottodimensionamento degli investimenti e degli addetti dedicati a Ricerca e Alta Formazione. Questo sottodimensionamento non solo impedisce un pieno utilizzo delle risorse europee in tema di ricerca, ma sta provocando l’arretramento dell’Italia rispetto alla gran parte dei Paesi EU 28, come testimoniato da tutti i principali indicatori sui nostri settori. Tutto ciò avviene mentre l’Europa cerca, attraverso le strategie di “Innovation Union” e “Horizon 2020”, di recuperare il gap tecnologico e competitivo nei confronti di altre economie più dinamiche. Non basta la richiesta di un po’ di flessibilità da parte dell’Europa: bisogna tornare a investire nei nostri comparti e per lo sviluppo economico del Paese.

• In questo contesto critico va sottolineato che tutti i dati attestano comunque l’alta qualità e produttività scientifica del nostro Paese. Tale livello viene mantenuto grazie a competenze e professionalità formate nei nostri Atenei.

• Enti Pubblici di Ricerca, Università, Conservatori ed Accademie meritano un diverso e serio intervento a supporto della loro qualità e delle professionalità dei loro addetti. I tagli e le riforme più recenti – in particolare la L. 240/10 e i suoi decreti attuativi, nonché la L. 213/10 – hanno inferto un duro colpo agli EPR e al un sistema universitario, già fortemente indeboliti e progressivamente omologati alla PA sul piano normativo: il tutto con il plauso degli industriali e di una parte della stessa lobby accademica.

• La UIL RUA conferma le critiche decise nei confronti della Riforma Gelmini, intervento normativo che va corretto in maniera radicale. Conferma altresì la propria opposizione alle ipotesi di trasformazione degli EPR in Agenzie ed alla continua riduzione del numero degli EPR, attraverso lo strumento degli accorpamenti: da ultimo quello previsto nella Legge di stabilità per INEA e CRA. Interventi di tale natura hanno dimostrato tutta la loro inefficacia in materia di riduzione dei costi e hanno prodotto un depotenziamento dell’attività, dell’autonomia scientifica e della terzietà degli enti.

• A ciò si aggiunge la necessità di superare le politiche di marginalizzazione in tema di alta formazione e ricerca, attraverso:

  1. l’incremento del volume degli investimenti, in linea con quanto avviene nel resto dell’Europa;
  2. la difesa del valore legale dei titoli di studio;
  3. la qualificazione dell’offerta formativa;
  4. la promozione del ricambio generazionale favorendo la stabilizzazione dei precari e l’ingresso dei giovani;
  5. la realizzazione di una vera politica sul diritto allo studio;
  6. la limitazione del potere dei Rettori e dei CDA attraverso il rafforzamento del ruolo dei Senati Accademici;
  7. la definizione di un ruolo unico per la docenza, senza distinzioni in tema di funzioni, diritti e doveri, nel quale comprendere gli attuali ordinari, associati e ricercatori.

• L’omologazione forzata dei nostri settori alla PA ha altresì comportato il blocco del turn over, il taglio delle piante organiche, la riduzione del FFO nelle Università e dei bilanci negli EPR, rendendoli inadeguati a garantire stipendi, funzionamento e crescita.

• Va riaffermato per la specificità dei nostri comparti l’importanza di norme di sostegno che la UIL RUA chiede al Governo e al Parlamento di varare, anche per ridare spazio e ruolo a una contrattazione soffocata dalle politiche sul pubblico impiego adottate dal 2009. Va innanzi tutto ribadita e difesa la centralità del CCNL di categoria quale strumento che definisce la specificità dei settori e il riconoscimento delle professionalità di ricercatori, docenti e personale tecnico amministrativo, tutte impegnate in una unitaria organizzazione del lavoro nelle nostre Istituzioni.

• Per la UIL RUA le lavoratrici e i lavoratori devono essere retribuiti in base al Contratto e in maniera adeguata alla professionalità che esprimono. Non è più tollerabile che per fare cassa e facile demagogia si getti discredito sul pubblico impiego, si blocchi il rinnovo del CCNL e si approvino altresì norme vessatorie, come la iniqua tassa sulla malattia e l’ingiustificato innalzamento dell’età pensionabile, ostacolo peraltro ad un fisiologico ricambio occupazionale.

• Va in tal senso rimessa radicalmente in discussione la cosiddetta “performance” – assolutamente inadeguata per Ricerca, Università e AFAM come per il resto di tutta la Pubblica Amministrazione – e la ridefinizione dell’articolazione dei comparti di contrattazione del DLGS 150/09.

• Il I° Congresso della UIL RUA esprime l’auspicio che la risoluzione della VII Commissione del Senato della Repubblica sia tradotta in atti coerenti e concreti da parte del Governo, con l’obiettivo di dare una nuova “governance” al sistema degli EPR e della R&S.

• La UIL RUA ribadisce la necessità di un ripensamento e di una decisa correzione di tutti gli interventi “riformatori” attuati da più di 10 anni nei nostri comparti. Deve in particolare essere ribaltata la logica che ha governato le riforme della L. 240/10 e in materia di EPR. Tali interventi hanno da un lato rafforzato il sistema di potere dei Rettori, dall’altro hanno fortemente indebolito l’autonomia degli EPR.

• Resta inoltre insoluta la questione del ruolo delle Facoltà di Medicina, in particolare per ciò che riguarda il futuro degli ex Policlinici Universitari e del personale che vi opera, soprattutto in considerazione della discussione in Parlamento in materia di revisione del Titolo V della Costituzione. In assenza di un quadro certo, è inaccettabile che il conflitto in atto tra le regioni e gli Atenei in ordine a competenze, responsabilità e prerogative si traduca in una penalizzazione del personale universitario, dei servizi per la cittadinanza e degli studenti.

• Per l’AFAM vanno superate le separazioni e le distanze dal sistema universitario. Lo status giuridico del personale delle Accademie, dei Conservatori e in generale delle strutture AFAM è ancora ritenuto pressoché immodificabile e ciò finisce inevitabilmente per ripercuotersi negativamente anche sugli assetti organizzativi e gestionali del settore. Occorre procedere ad un adeguamento delle qualifiche e dei profili professionali del personale tecnico amministrativo per consentire una reale attuazione del processo di riforma e soprattutto una valorizzazione del personale stesso, per troppo tempo sottodimensionato rispetto alle innovazioni richieste dai nuovi ordinamenti.

• Le strutture dell’AFAM non vedono ancora riconosciuta la loro autonomia, tanto da essere considerate come una sorta di propagazioni territoriali del MIUR: tale impostazione rappresenta un ostacolo al superamento della parcellizzazione e frammentazione dell’AFAM e indebolisce istituzioni di grande prestigio culturale.

• Per gli ex Istituti musicali pareggiati, la UIL RUA chiede un rafforzamento del sostegno pubblico fino alla statalizzazione, per un reale investimento nella formazione e nelle professionalità di un segmento fondamentale della cultura italiana.

• Gli interventi degli ultimi Governi hanno aggravato la situazione del precariato nei nostri comparti, rendendo nelle condizioni attuali pressoché impossibile l’assorbimento progressivo e la stabilizzazione a tempo indeterminato. L’occupazione e la stabilizzazione del personale precario resta l’obiettivo prioritario della UIL RUA. Esso deve essere raggiunto attraverso:

  1. la revisione dei meccanismi normativi in vigore;
  2. il riconoscimento del 100% del turn over;
  3. la valorizzazione del momento negoziale tra Sindacato e Amministrazioni, per consentire con specifici accordi la proroga dei rapporti di lavoro di tutti i precari, fino il loro assorbimento a tempo indeterminato;
  4. l’applicazione del tenure track;
  5. il varo di interventi specifici in coerenza con i recenti pronunciamenti dell’Alta Corte Europea in materia di trasformazione nella PA dei contratti a termini in contratti a tempo indeterminato.

• Per quanto riguarda in particolare le Istituzioni dell’AFAM, le recenti disposizioni della L. 128/2013 hanno costituito una nuova graduatoria nazionale e rappresentano un positivo passo in avanti nella risoluzione dei problemi del precariato: resta però il ritardo immotivato delle norme attuative. Così dicasi per il precariato pregresso ex L. 143/2004.

• Al fine di individuare, progettare e realizzare soluzioni adeguate agli scenari politico – sindacali sopra descritti, è necessario dotarsi di strumenti nuovi e adeguati agli obiettivi della nostra Categoria, tra cui:

  1. l’Osservatorio sulla sanità universitaria, quale luogo in cui monitorare e mettere a sistema le evoluzioni normative regionali, con la necessità di dare indicazioni sulla disciplina dei rapporti contrattuali e sindacali;
  2. l’Osservatorio sulla contrattualizzazione atipica utilizzata negli Atenei e nella sanità universitaria, negli EPR, nell’AFAM.

• Tutto ciò considerato, il Congresso Nazionale della UIL RUA auspica un deciso cambio di linea politica della UIL, capace di superare i limiti della azione sindacale di questi anni e dimettere al centro la rappresentanza degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori, pubblici e privati. La difficile situazione della società italiana impone al Sindacato un deciso rinnovamento nelle proposte e nelle stesse modalità organizzative, con l’obiettivo di rilanciare l’idea di confederalità, il rapporto tra Categorie e la partecipazione attiva delle lavoratrici e dei lavoratori.

• Per la UIL RUA è necessario altresì mettere da parte ogni tatticismo e remora nel contrastare l’attuale politica del Governo Renzi, promuovendo ogni sforzo per definire una azione sindacale unitaria, a partire dalla manifestazione del prossimo 8 novembre. Una manifestazione che per la UIL RUA rappresenta il primo passo per la riapertura della conflittualità e della mobilitazione sindacale che veda nello sciopero generale nel Paese la risposta unitaria del Sindacato, delle lavoratrici e dei lavoratori alle controriforme del lavoro, alle politiche depressive del Governo, allo smantellamento del Welfare, all’attacco ai diritti, al reddito e alla democrazia.

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