La scrivente O.S. con la presente segnala per l’ennesima volta la situazione di grave disagio che vive il personale del settore ricerca che svolge attività in missione.
Gli innumerevoli ritardi o addirittura l’assenza totale o consistente di rimborsi per le spese sostenute, originano da una irrisolta farraginosità della procedura, che in teoria sarebbe informatizzata ma in pratica è assolutamente ridondante di copie e fotocopie, relative anche ad atti di cui la stessa amministrazione è già in possesso.
A prescindere dall’enorme spreco di carta che si produce (in violazione della circolare INAIL sul “paperless”), le procedure poste in atto fanno riferimento ad una circolare interna (INAIL n. 25/2003), che non è stata mai portata a conoscenza del personale del settore ricerca, e che introduce variazioni rispetto all’iter precedente, mutuato dall’ISPESL in l’INAIL; ulteriore confusione viene generata dalle innovazioni della procedura e della relativa documentazione richiesta “in corso d’opera”.
Per meglio evidenziare le criticità, si ritiene opportuno condividere con le SS.LL., in allegato alla presente, la rappresentazione delle ridondanze ed i tanti paradossi segnalati dai colleghi nello svolgimento delle missioni. Seppur lungo, si sollecita una attenta lettura dell’allegato, per focalizzare il cammino accidentato che i lavoratori che vanno in missione devono affrontare per ottenere quanto dovuto.
Una richiesta, a nostro avviso incomprensibile e di dubbia legittimità, riguarda ad esempio le richieste fatte al personale di presentare non solo la ricevuta del pagamento, ma anche la copia dell’estratto conto della propria carta di credito o del proprio conto corrente bancario al fine di “verificare l’effettivo pagamento della quota”. Tale procedura riguarda i rimborsi per le quote di partecipazione ai convegni, che come è noto costituiscono momenti di confronto fondamentali per chi svolge attività di ricerca. Inoltre, non è chiaro come regolarsi nel caso si sia pagato in contanti la quota del convegno.
Sempre in relazione alla legittimità delle richieste e conseguenti decisioni, ci segnalano che in merito al consumo dei pasti il rimborso non viene autorizzato nel caso in cui la ricevuta risulti emessa in un orario “non canonico”: tale fattispecie evidenzia la non conoscenza delle attività, che spesso non consentono interruzioni per pranzare in orari ritenuti “canonici”!
Si chiede inoltre di modificare la nota emessa dalla DCRU che, presumendo che nei convegni sia previsto un rinfresco, vieta a priori ed in ogni caso il rimborso del pasto (anche del solo buono pasto).
Tutto ciò premesso, si ribadisce la necessità di un intervento urgente sulla gestione delle missioni.
In mancanza di una decisa azione finalizzata a sanare immediatamente il pregresso e a mandare a regime al più presto il sistema, valuteremo tutte le azioni a tutela del personale, dall’indizione dello stato di agitazione alla sospensione di tutte le attività svolte in missione, all’avvio di procedure legali.
Si resta in attesa di un sollecito riscontro.
UIL RUA INAIL
Marco Di Luigi