Il personale dell’ENEA, secondo ente di ricerca italiano dopo il CNR, da alcune settimane è in agitazione per le prospettive negative che potrebbero aprirsi in seguito al riordino dell’Ente definito nell’art. 4 della legge n. 221/2015, il c.d. “collegato ambientale” alla legge di stabilità 2014.
Questo ‘articolo-riforma’, da una parte, è accolto con soddisfazione dal personale, tra cui circa 1800 ricercatori e tecnici, perché pone fine a un lungo periodo di gestione commissariale, ma, dall’altra, suscita preoccupazione in quanto prefigura un isolamento dell’ENEA dagli altri enti di ricerca e una organizzazione interna, peraltro già approvata, carica di fardelli burocratici.
Tutto questo per orientare l’Ente all’esclusivo ruolo di agenzia per l’energia, una funzione importante e utile per lo sviluppo del territorio e della P.A. che l’ENEA già attualmente svolge assieme all’attività di ricerca nella sua realtà di Ente complesso.
I sindacati unitariamente chiedono che l’ENEA resti un ente di ricerca a pieno titolo, dotato di un proprio Consiglio Scientifico (non previsto nella legge) e con strette e programmatiche collaborazioni con il MIUR .
Chiedono che il Presidente e i due Consiglieri di Amministrazione del nuovo ente, in analogia a quanto avviene in altri Enti di ricerca (CNR) vengano scelti all’interno di una rosa di cinque candidati con elevate competenze nel campo della ricerca e della tecnologia e che il Presidente, in particolare, sia di levatura scientifica riconosciuta a livello internazionale.
A questo riguardo i sindacati ricordano l’autorevolezza di precedenti presidenti, da Umberto Colombo a Nicola Cabibbo e Carlo Rubbia per cui auspicano che le future nomine siano di personalità all’altezza di quest’ultimi e non l’occasione per sistemare l’ex politico di turno: i lavoratori dell’ENEA meritano più di quanto “la politica” ha loro recentemente imposto.
All’assemblea bolognese parteciperanno i vertici nazionali della FLC CGIL, FIR CISL, UIL RUA e dell’ANPRI, parlamentari di diversi partiti e rappresentanti di istituzioni locali.
Vi saranno anche collegamenti in videoconferenza con tutti gli otto Centri di Ricerca dell’ENEA.
L’iniziativa si concluderà con l’approvazione di una mozione che ribadirà in dettaglio i punti di preoccupazione sui quali si chiedono le opportune modifiche.
Il personale dei Centri ENEA continua lo stato di agitazione e chiede
il sostegno dei media per sensibilizzare il Paese e i territori sulla situazione del sistema ricerca
e sulla criticità dell’ENEA in particolare.