giovedì 18 Aprile 2024

CRA: “Amici miei”

Con una nota a firma Direttore Generale è stato istituito un Gruppo di lavoro per le linee operative finalizzate alla redazione del Piano triennale. Detto compito spetta, in base allo Statuto (ancora vigente fino a quando non saranno recepite le nuove proposte presentate a livello ufficiale), al Consiglio dei Dipartimenti, decaduto a Settembre 2009 e mai rinnovato – né più utilizzato quale “consulente” seppur non più titolare.

Le OO.SS. hanno più volte segnalato al C.R.A. la necessità di coinvolgere la comunità scientifica “tutta”, ed “in tutte” le fasi delle scelte strategiche dell’ENTE.

Il CRA, nel tentativo di far propria questa proposta, ha però preso una decisione molto opinabile: ha infatti costituito un gruppo di lavoro a guida del Direttore Scientifico, cooptando qualche Direttore di Centro di Ricerca, i Direttori di Dipartimento ed alcuni ricercatori (22), evidentemente per dimostrare una volontà di integrazione e dialogo con la Comunità Scientifica, che però a nostro avviso non coglie il cuore della sostanza.

Infatti, questo è il gruppo che si ritiene “adeguato” ad elaborare il piano triennale di attività al posto del Consiglio dei Dipartimenti.

I colleghi selezionati, certamente competenti e con curriculum e capacità di tutto rispetto, non sono però i soli nel CRA ad avere queste caratteristiche.

Ma quel che ci lascia soprattutto perplessi è il metodo: sembra infatti la costituzione unilateralmente determinata – senza alcuna selezione né possibilità alcuna di candidarsi a partecipare – dell’ennesimo gruppo “riservato”, con scelta soggettiva dei singoli partecipanti da parte di pochissimi “illuminati” (tra cui certamente il DG ed il Direttore Scientifico).

Non riteniamo corretto “nominare sul campo” con criteri non trasparenti, ma riteniamo ancor meno comprensibile l’esclusione dell’intera comunità scientifica da ogni possibile candidatura alla partecipazione (prevista in Statuto con procedure elettive), mentre dall’altro lato c’è il coinvolgimento dei (pochi) Direttori di Centro e dei Direttori di Dipartimento, la cui presenza non è neanche prevista nel Consiglio dei Dipartimenti!

Ovviamente, i criteri della scelta unilaterale non ci sono stati resi noti: certo non hanno tenuto conto delle norme europee in materia di pari opportunità (rapporto uomini-donne 3 a 1!), né della rappresentanza geografica nord-sud, nè delle aree tematiche.

Inoltre, qualche Direttore di Centro è stato inserito, ma nessun Direttore delle Unità (che pure hanno autonomia scientifica) c’è rientrato!

Le storture dell’abitudine a ragionare con approcci ad personam hanno prodotto effetti già nell’ultima tornata di concorsi per ricercatore, con la creazione di una serie di “macroaree”non aderenti alle missioni dei Centri/Unità, che hanno ingenerato il dubbio di logiche poco combacianti con le esigenze istituzionali.

Quindi dopo anni di “rodaggio”, nel momento in cui si attendeva un VERO piano triennale scientifico con una strategia concreta di ricerca per i prossimi anni, la comunità scientifica si sente per l’ennesima volta esclusa dalle decisioni.

E poco correggerebbe perfino la buona volontà dei colleghi “scelti” che ritenessero di interpellare in qualche modo gli esclusi (sempre che poi ritengano sensate le osservazioni ricevute……), o cercassero di condividere l’attività del gruppo divulgando i contenuti degli incontri. Ma ricordiamo amaramente che al Consiglio dei Dipartimenti fu espressamente impedito ai rappresentanti eletti di divulgare resoconti delle riunioni.

Certamente ogni ricercatore in questo gruppo rappresenta sè stesso, in quanto nessuno gli ha dato mandato di rappresentare altro.

Eppure, già chiedere a ciascuna struttura di consultare la propria comunità scientifica per individuare un ricercatore da far partecipare al gruppo avrebbe incontrato maggiormente la sensibilità dei Ricercatori e Tecnologi: infatti essere chiamati a contribuire su documenti già definiti comporta una possibilità solo marginale di migliorare/integrare documenti – peraltro ponendo il dubbio se collaborare o no in quanto c’è il rischio di validare una procedura discutibile, e di far affermare che la “base” è stata consultata.

In questo periodo di “interregno commissariale” (come definito in relazione di approvazione bilancio dal Commissario), ed in attesa di un ripristino della normalità istituzionale dell’ente (Consiglio di amministrazione, presidente e consiglio dei dipartimenti), si prenderanno una serie di decisioni strategiche, tra cui l’elaborazione di una inezia come il piano triennale, operando esclusivamente con chi è scelto in base a logiche personali: dopodichè gli organi che verranno ricostituiti si troveranno ad approvare e ratificare ciò che è stato deciso.

Dunque, a nostro avviso, gli esclusi in prima battuta lo saranno anche in seconda.

E il cerchio è ancora chiuso in continuità con una gestione che definire fallimentare è poco.

In attesa dell’annunciato “nuovo corso”, e nella rinnovata condanna del metodo che reitera una gestione assolutamente inaccettabile, rivolgiamo al Gruppo la richiesta di farsi carico delle esigenze di partecipazione dell’intera comunità scientifica, invitandolo a sottrarsi a mere logiche di bottega e ad operare affinchè nonostante tutto si possa predisporre un Piano di attività che sia di prospettiva e di sviluppo non per le carriere personali, ma per una ricaduta sul mondo scientifico e sul sistema produttivo.

Siamo in un paese in cui c’è bisogno di recuperare comportamenti eticamente e sostanzialmente corretti, e di ridurre i costi derivanti dalle scelte spesso scellerate di gestori che operano in base ad interessi personali più di quanto non operino nell’interesse collettivo: sarebbe ora che si invertisse il trend, e non ci dispiacerebbe che il CRA cominciasse a fare la sua parte!
UIL RUA CRA
Sonia Ostrica       Maria Finoia

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