venerdì 26 Aprile 2024

CREA: Lo strano confronto unilaterale

Quando 2 soggetti si confrontano, partendo da posizioni differenti, ognuno degli attori cerca di convincere l’altro della bontà delle proprie affermazioni al fine di arrivare ad una posizione convergente. Quando il soggetto che deve assumere la decisione finale, comunica all’altra parte che l’unica alternativa possibile è quella illustrata da lui, viene meno il confronto che diventa una semplice informativa.

È quanto accaduto nella riunione di venerdì 18 giugno quando il Direttore Generale ha affermato in modo ripetitivo che l’incontro si sarebbe svolto esclusivamente ai sensi dell’art.68 comma 8 lettera b del CCNL:

8. Sono oggetto di confronto, a livello nazionale o di sede unica, rispettivamente con i soggetti sindacali di cui al comma 1 ed i soggetti sindacali di cui al comma 3:
b) i criteri generali di priorità per la mobilità d’ufficio tra diverse sedi di lavoro dell’amministrazione

Con le premesse suddette, però, non c’è margine alcuno al confronto.

In apertura le OOSS hanno esposto le proprie posizioni e, alcune, hanno manifestato, argomenti alla mano, la contrarietà alle proposte dell’Amministrazione, che a parer della UIL partono da ipotesi che non sono sostenibili.

Dagli stabili di Via Po escono circa 300 lavoratori, che sommati ai colleghi di via della Navicella e via Ardeatina fanno un totale di 450 lavoratori coinvolti.

Per tutti, le postazioni disponibili saranno meno di 300, con 150 persone che si alterneranno ogni giorno. Pur facendo ricorso allo smart working, gli spazi dichiarati dall’Amministrazione sono sovrastimati. Basta dare uno sguardo alle piantine di Via Ardeatina presentate nel corso della riunione (vedi allegato) per rendersi conto come in ogni stanza di pochi metri quadrati insisteranno 3 persone al giorno alternate ad altre 3.  In queste condizioni sarà difficile poter svolgere le attività che ognuno è chiamato ad effettuare, in considerazione anche degli spazi accessori che ogni attività comporta (sale riunioni, archivi, biblioteche, idonei spazi per collaboratori dei progetti).

Il Presidente ha sottolineato che la delibera 39 del 19/5 u.s. del CdA sugli spostamenti del personale fra le sedi romane ha previsto di collocare il personale nelle sedi esistenti, anche per venire incontro alle istanze del personale, salvo riservarsi ulteriori approfondimenti per migliorare la qualità del lavoro. L’affitto di un nuovo immobile facendo riferimento alla graduatoria stilata dalla Commissione di gara, poneva problemi di legittimità, visto che la proprietà (DEA Capital) è la stessa con la quale il CREA è in conflitto per la sede di Via Po.  Il Presidente ha ribadito l’impegno nel continuare la ricerca di un immobile ricorrendo al demanio, che per il momento non ha disponibilità secondo le esigenze CREA, ed al Comune di Roma, che avrebbe ipotizzato qualche plesso scolastico dismesso da ristrutturare, operazione questa che andrà fatta solo con la nuova amministrazione dopo le elezioni comunali.

Resta in piedi il progetto legato alla condivisione con l’ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari) di un immobile demaniale, sito in Via Tosti, da adibire a centro di ricerca con relativa attrezzatura scientifica di alto livello. Tale sede potrebbe essere la destinazione futura del centro AA attualmente in via della Navicella.

Queste al momento sono le soluzioni di medio periodo sulle quali bisognerà valutare in un momento successivo, ma che non possono essere prese in considerazione per le attuali necessità.

Su questa modalità di procedere resta tutta la perplessità della UIL che sa benissimo come nel medio periodo sia difficile tornare sulle decisioni prese, soprattutto se comportano spostamenti logistici di personale e di materiali. Quindi deve essere chiaro che i disagi di cui sopra saranno subiti dal personale per tempi lunghi.

Il Direttore ha invece ricordato come il POLA, sottoscritto a febbraio e deliberato il 29/3 u.s. dal CdA già prevedesse un forte ricorso a postazioni di co-working e un grado di lavoro agile molto alto. Ha poi fatto riferimento ai dati di smart working effettuati da tutte le strutture CREA nel mese di aprile, quando ancora buona parte del personale era in smart working per motivi emergenziali (zone rosse e zone arancioni). L’utilizzo dei dati di smart working effettuati ad aprile è a nostro avviso fuorviante e anche un po’ strumentale. Il ricorso sistematico allo smart working effettuato con la modalità prevista equivale ad una dichiarazione di “perenne emergenza” per il CREA.  Le postazioni di co-working sono punti di condivisione di spazi dove ognuno lascia giornalmente la propria postazione completamente vuota per il collega che interviene il giorno successivo; non è immaginabile lasciare scrivanie completamente vuote, magari riportando presso il proprio domicilio la documentazione e l’attrezzatura in dotazione. Le postazioni dovranno quindi prevedere di idonei spazi accessori per tutto il personale. E l’attrezzatura ed il mobilio esistente nelle attuali sedi che destinazione avrà?

Infine, il DG ha assicurato che l’impatto per le strutture su trasferimenti e attività sarà minimo e saranno introdotte anche iniziative volte a mitigare eventuali disagi, mettendo in condizioni ognuno di poter svolgere al meglio la propria funzione. Ci chiediamo quali. Sembra che per quanto riguarda gli uffici di via Archimede, il Provveditorato alle opere pubbliche ha assicurato la consegna dei lavori di adeguamento entro il mese di ottobre 2021, mentre per gli uffici di via Barberini la consegna è prevista per il mese di novembre.  Attualmente le risorse disponibili per acquisizioni o miglioramenti del patrimonio edilizio ammontano a 11 milioni di euro e che intanto l’Ente ha già avviato importanti investimenti per il potenziamento strutturale della rete scientifica  come il raddoppio della sede di Fiorenzuola, l’ampliamento con la costituzione del laboratorio per la quarantena per il centro Difesa e Certificazione, lo sviluppo della rete meteorologica con l’acquisizione di capannine meteo per tutto il territorio nazionale. Siamo contenti per questi Centri, ma perché non usare le stesse attenzioni per tutti?

Infine, è arrivato l’out-out: “se ci saranno altre opposizioni si rientra al 100% per tutto il personale” usando la negazione dello smart working come strumento di patteggiamento. Non ci sembra lo spirito adeguato all’applicazione di questo strumento di elasticità del lavoro.

In conclusione, arriviamo alle affermazioni fatte in aperura del tavolo dal Direttore Generale relative al confronto tra le parti: quale sarebbe il confronto? Quali criteri adotterà l’Amministrazione per definire chi va dove?  Su quali argomentazioni si è mediato? Non una delle obiezioni fatte è stata accolta.

Resta quindi aperto il confronto fino a quando tutto il personale di ricerca e amministrativo non avrà ricevuto le informative circa il rispetto della qualità del lavoro e come si pensa di accogliere le necessità che un’attività di ricerca comporta.

La UIL si adopererà in tutte le sedi istituzionali e politiche per tutelare il personale e l’ente di ricerca contro lo smantellamento delle sedi romane.

Federazione UIL SCUOLA RUA
“Ricerca Università Afam”
Il Segretario C R E A
Mario Finoia


Allegato: Planimetrie Centro AN Via Ardeatina

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