È notizia degli ultimi giorni la volontà di rinnovare finalmente il CCNL per il triennio 2019-2021, di per sé è una buona notizia ma finora l’unica.
Difatti da un contratto che non assicura risorse sufficienti a mitigare gli anni passati con il blocco decennale dei contratti nella Pubblica Amministrazione ci si aspettava che la parte giuridica diventasse centrale per un adeguamento ordinamentale di tutto il personale R&T, Tecnici e Amministrativi ma le bozze di atto di indirizzo diffuse rischiano di provocare danni irreversibili per tutti con particolare impatto nei profili professionali dei Ricercatori e Tecnologi.
Il documento inviato alla ConPER e alla CRUI, propedeutico alla negoziazione e alla firma del CCNL, riporta elementi radicali di revisione dei sistemi di classificazione del personale, sviluppo delle carriere e valutazione del merito che se non modificati e gestiti per una corretta transizione rischiano per i lavoratori Enea di tradursi in un disastro epocale. Se da un lato (solo nei proclami) si cerca di enfatizzare il ruolo della nuova contrattazione 2019-2021 come modello per valorizzare compiutamente le specificità organizzative, gestionali e funzionali degli Atenei, degli EPR e delle istituzioni AFAM, dall’altro si entra nel merito dei diritti acquisiti proponendo una ipotesi di “rimodulazione e razionalizzazione” degli istituti che regolano i passaggi di fascia stipendiale gli anticipi di fascia e le varie indennità già in godimento, rimettendo alle amministrazioni la completa gestione del salario accessorio e vincolando al bilancio di Ente l’erogazione dei benefici.
Per un bilancio strutturato come quello dell’ENEA che non copre nemmeno gli stipendi dei dipendenti e già drena importanti risorse dai progetti per assicurare la gestione corrente sarebbe un dramma, oltre a rappresentare l’ennesimo schiaffone dopo quanto accaduto nella scorsa legge di bilancio (la norma che ha escluso gli non vigilati dal MUR grida ancora vendetta). La UIL-RUA come già evidenziato nell’ultimo documento unitario, non può accettare una simile stortura che rischierebbe di dare il via libera a tutti quegli enti non vigilati dal MUR ad uscire dal Comparto della Ricerca. Le conseguenze sarebbero estremamente gravi anche per le progressioni dei tecnici e degli amministrativi (articoli 53 e 54 e in generale tutta la premialità) che, gravando sul bilancio dei singoli enti, in futuro potrebbero non essere applicabili.
Noi siamo pronti per qualsiasi tipo di mobilitazione, si chiede massimo supporto a tutti i dipendenti: iscritti, simpatizzanti e non. C’è in ballo il nostro futuro, facciamoci sentire!
Il Coordinamento Enea
Paolo CEFALI, Nadia MAESTRUCCI,
Giuseppe MARGHELLA, Valerio MICELI,
Domenico MELE, Gabriella PIRODDU,
Stefania ROSSI, Salvatore TAMBURRINO.