venerdì 29 Marzo 2024

ENEA: Una giornata nera

La giornata del 14 giugno è iniziata con un presidio promosso da CGIL, CISL e UIL sotto Il Ministero dell’Economia per “sollecitare” l’emissione del decreto sblocca – assunzioni a fronte del turn over 2009 e 2010 annunciato da almeno sei mesi ma ancora sulla scrivania del Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia ad interim.

In particolare, per l’ENEA si invoca l’assunzione dei 118 vincitori del c.d. concorsone in attesa da due anni e la possibilità di effettuare lo scorrimento di graduatorie attive per una cinquantina di posizioni ulteriori, salvo poi procedere all’indizione di nuovi bandi autorizzati per il triennio 2011-2013.

Una risicata delegazione sindacale è stata ricevuta (tardi e malvolentieri) dai rappresentanti di questa specie di Piramide piena di faraoni mummificati che popolano questo Ministero ed ha dovuto prendere atto di alcune sorprese tutte spiacevoli.

Rimandando al comunicato della segreteria nazionale l’informazione sugli altri Enti “taglieggiati” in relazione alle assunzioni attese, per l’ENEA abbiamo dovuto registrare che, contrariamente a quanto la Funzione Pubblica aveva garantito al Commissario ed ai sindacati, al momento l’Agenzia non è presente nel decreto di autorizzazione ad assumere.

L’ENEA è presente solo sul decreto di autorizzazione a bandire per 52 posizioni relative ad un turn over per gli anni 2011-2013 fissato al 20%.

Funzione pubblica banalizza e parla di un “piccolo errore di calcolo per 18.000 euro” che ha ritardato la corretta comunicazione (???)…. e al MEF si ipotizza un ulteriore rinvio a dicembre (forse per tutti), della scadenza del 31 luglio prevista dal decreto mille proroghe per l’emissione del decreto di autorizzazione ad assumere, con la superficialità di chi non capisce (o se ne infischia) che dietro ad ogni numero c’è una persona .

E’ una vergogna non più sopportabile!

Abbiamo già parlato con l’Amministrazione dell’ENEA che ha fornito tutti gli ulteriori chiarimenti richiesti ai poco affidabili interlocutori ministeriali ma ormai si fa strada la preoccupazione che non si tratti solo di inefficienza e superficialità dei “tecnici & Co.” che ci governano , ma che i precari della ricerca così come i vincitori di concorso in attesa, rappresentino i primi agnelli sacrificali da immolare sull’altare della “spending review” .

Non possiamo permetterlo!

Ma la giornata nera è continuata con la riunione in ENEA che avrebbe dovuto trattare i criteri per l’applicazione delle progressioni di carriera.

Avrebbe…perché ci è stato comunicato che dal MEF, è in arrivo una lettera di contestazione dell’accordo del luglio scorso (quello firmato da tutti -1), con la chiara obiezione che non si possono fare operazioni di progressione non deliberate prima del dicembre 2010 , e questo nel rispetto della circolare 12 emessa dalla funzione pubblica solo nel giugno 2011 .

Il paradosso è che lo stesso Ministero dell’Economia (sempre lui!!!), con lettera del giugno 2011, aveva autorizzato l’ENEA alla spesa “a trascinamento” di parte dei residui per 1.580.000 euro, ma a distanza di un anno smentirebbe se stesso e ci impedirebbe di destinare i 605.000 euro previsti (200.000 + 405.000) alle progressioni.

Ci rivedremo con l’ENEA mercoledì 20 p.v. con il testo della lettera e decideremo il da farsi con la speranza della più ampia condivisione sulle azioni e sugli obiettivi.

A tal proposito sono assolutamente false le “idiozie” e discutibili le “sentenze” che qualche “stupidotto” “spara” a raffica su forum nostrani spacciandole per informazione e che riportano fantasiose posizioni della UIL sulle progressioni e inesistenti “zuffe” tra sindacati al tavolo di trattativa.

Al tavolo non ci sono, in questo momento, toni particolarmente accesi e le nostre posizioni come i nostri atteggiamenti sono sempre espliciti e riscontrabili sui nostri comunicati e sul sito www.uilenea.it.

Pensavamo che la giornata fosse finita, ma in serata ci è arrivata l’indiscrezione, se pur frammentaria, che qualche fenomeno al governo starebbe pensando di “tagliare” del 20% gli stipendi dei dipendenti pubblici sessantenni .

Agli stessi verrebbe concesso il diritto al pensionamento a sessantadue anni ma con conseguenze drammatiche ed irreversibili sul calcolo della loro pensione determinato sull’ultimo stipendio (ovvero quello ridotto all’80%).

Dopo aver “annientato” una generazione, rappresentata dai precari e dai disoccupati di oggi, si passerebbe a “distruggere” la loro ultima risorsa ovvero la famiglia che finora, anche se a costo di sacrifici li ha potuti aiutare.

Tutto ciò non avverrebbe con la logica di un “patto generazionale” che favorisca il reclutamento dei giovani ed accompagni alla pensione i meno giovani ma l’unica strategia “vera” sarebbe quella di “fare cassa”.

I brillanti “supertecnici” avrebbero inoltre individuato circa 300.000 esuberi nella Pubblica amministrazione ma non si sa ancora come intenderebbero gestire la questione visto che da sei mesi “continuano a dare i numeri” persino sugli esodati senza aver fatto nulla per riparare alle numerose e drammatiche “falle” della controriforma sulle pensioni .

Il sindacato confederale ha rappresentato, sino ad oggi, una camera di compensazione delle istanze, a volte della rabbia dei lavoratori ed è riuscita sempre a ricondurre tutto sul piano del dialogo e delle iniziative democratiche e ciò ha spesso prodotto buoni risultati.

Oggi, se saranno confermate le indiscrezioni di cui sopra come volontà del Governo, ciò probabilmente non sarà più sufficiente:

Bisogna porre termine alla vessazione continua di alcune categorie di lavoratori e di cittadini, deve aver termine la mortificazione delle giovani professionalità, ed è ora di finirla con un esecutivo, nel quale contano solo le volontà di quattro Ministri, che spesso smentiscono anche quelle degli altri membri del Governo relegati ad un ruolo di “comparsa”.

Il dieci per cento della popolazione ha continuato ad arricchirsi in periodo di crisi ed il 25 % non ha avuto alcun effetto negativo sul proprio reddito in questo periodo.

La “crisi delle banche e della finanza” continuano a pagarla sempre gli stessi!

Ora basta! Ancora una volta, cercheremo ai vari livelli di recuperare le singole situazioni con tutti gli strumenti democratici in nostro possesso, a cominciare dalla riunione prevista per lunedì tra Confederazioni e Governo ed ora più che mai è necessario il sostegno popolare a tutte le nostre iniziative .

Se, però manifestazioni, scioperi e proteste non basteranno più, se il conflitto sociale “latente” esploderà , le colpe non potranno che ricadere sui “banchieri al Governo” e su una classe politica che ha vilmente abdicato al proprio ruolo conservando , però immutati tutti i propri privilegi , a loro chiederemo conto!

UIL Ricerca Università Afam
Marcello Iacovelli

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