mercoledì 4 Dicembre 2024

INAPP – La determina di fine anno vi è piaciuta?

La proroga delle responsabilità per un periodo che si preannuncia di fibrillazione e con vertici in uscita è comprensibile, ma l’orizzonte del 2026 sembra più un salvacondotto che una esigenza di continuità. La sua definizione rimane a nostro avviso nebulosa, in contrasto con il clima di collaborazione e apertura che ha contraddistinto questo quadriennio e che ha portato a risultati assai positivi per l’Istituto nel suo insieme.

Appare uno schema superato, inadeguato e asimmetrico.

Superato. Molte attività e molti gruppi negli anni sono cambiati, la rilevanza delle attività non è stata ben considerata, la composizione dei gruppi non è stata ridiscussa, insomma è uno schema vecchio che non funziona più. Scontenta molti. Non è efficiente perché non da prospettiva rispetto alle nuove sfide che l’INAPP dovrà affrontare anche alla luce del mutato assetto di governo. Non ricalca le richieste che il personale evade. Va ripensato, insieme. Anche rispetto agli impegni del PTA che hanno dato risultati incoraggianti in termini di produzione scientifica e apertura di nuovi spazi di ricerca e visibilità dell’Istituto, ma che non sono considerate nella struttura organizzativa dell’Istituto, malgrado i risultati raggiunti.

Inadeguato. In tal senso l’idea di incentivare il personale o ripagarlo con indennità per attività di particolare rilevanza o interesse generale è comprensibile ma non è applicata con metodo e chiarezza e sembrano più frutto di una contrattazione personale. Bisogna rivedere insieme quali sono le funzioni strategiche e le attività rilevanti che meritano, per la responsabilità che implicano, una ricompensa specifica.

Asimmetrico. Attività, indagini, progetti, strutture, funzioni o responsabilità amministrative di analoga importanza non ricevono lo stesso trattamento. Ne deriva una sensazione di opacità nel conferimento delle indennità che produce fastidio e perplessità. Molti sono i piani e molti sono i criteri che vanno ricomposti, anche destrutturando le gerarchie attualmente disegnate.

Molte di queste investiture, tra l’altro, sebbene siano state attribuite su base fiduciaria, andranno a valere nelle prossime tornate concorsuali e questo non va bene. Va definito oggi un sistema chiaro e duraturo di regole, criteri, valori delle attività, delle pubblicazioni e delle responsabilità che verranno premiate domani per poter avere una competizione equa tra colleghi e non corsie preferenziali per qualcuno/a.

Abbiamo davanti mesi complicati, in cui l’Istituto cambierà ancora e profondamente. Bisognerà vedere quali vertici verranno e quale sarà il loro orientamento visto l’indirizzo del Ministero del Lavoro. Serve unità per difendere la nostra comunità lavorativa, per mantenere l’autonomia scientifica, presiedere i temi su cui ci siamo radicati e per ricomprendere i colleghi e i temi dell’Anpal.

Una determina come quella presentata è a nostro avviso divisiva. Sarebbe invece auspicabile una conferenza dei servizi per definire insieme dove l’istituto vuole andare, come regolare le attività, quale assetto assumere e con quali modalità. Una fase programmatica, frutto del confronto palese e non di decisioni calate dall’alto o prese in separata sede. Una fase propositiva darebbe quella spinta identitaria che più volte ci ha contraddistinto e salvati.

Federazione UIL SCUOLA RUA
“Ricerca Università Afam”
INAPP

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