venerdì 26 Aprile 2024

Le Politiche per la Ricerca e Innovazione e la Specializzazione Intelligente dei territori per la nuova programmazione dei Fondi Strutturali

Mercoledì 12 dicembre presso la Sala delle Comunicazione del MIUR in Viale Trastevere si è tenuto il convegno “Le Politiche per la Ricerca e Innovazione e la Specializzazione Intelligente dei territori per la nuova programmazione dei Fondi Strutturali”. La riunione ha segnato un momento molto significativo di “transizione” sotto tre aspetti: fine della legislatura, definizione della programmazione dei Fondi Strutturali UE per il nuovo settennato 2014 – 2020, passaggio infine ad una nuova strategia dei finanziamenti secondo i parametri europei di aggregazioni, qualità, massa critica, selezione e valutazione dell’efficacia degli interventi.

Nel convegno sono intervenuti per il MIUR il Prof. Mario Calderini, il Dott. Raffaele Liberali, il Dott. Emanuele Fidora, il Direttore Generale del MISE Dott.ssa Sabina De Luca, il Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, i Ministri Francesco Profumo e Fabrizio Barca. Nel foltissimo pubblico si è registrata la presenza dei rappresentanti dei territori e delle Regioni, di giovani studiosi e ricercatori, di esponenti delle Università e degli Enti Pubblici di Ricerca, delle parti sociali. La UIL Confederale e di Categoria ha inteso essere presente in tale importante occasione, anche su sollecitazione dell’Osservatorio per la Ricerca ed Innovazione di Regioni – Confindustria – CGIL, CISL e UIL.

L’iniziativa ha costituito l’occasione per il Ministro Profumo e per il suo staff per valorizzare, anche in vista della prossima legislatura, la strategia che da un anno e mezzo a questa parte ha costituito il leitmotiv del MIUR, sperimentata in parte dallo stesso Ministero attraverso i due principali bandi emanati di recente: quello dei clusters tecnologici nazionali e quello delle “smart cities e smart communities”.

Come si può verificare dagli interventi pubblicati nel nostro stesso sito, nel rappresentare critiche puntuali ai Ministri di turno la UIL ha prestato forte attenzione in questi mesi alle scelte gestionali del MIUR, che in particolare sul bando Clusters Tecnologici Nazionali, hanno segnato uno stacco evidente con il passato. A nostro parere, il varo della nuova strategia ha avuto il pregio di obbligare i soggetti protagonisti (territori, imprese, istituzioni pubbliche di ricerca) a realizzare importanti momenti di aggregazione e finalmente a mettere in atto quelle sinergie indispensabili per poter concorrere alla costruzione di clusters nazionali (9 in 9 distinte aree scientifiche e tecnologiche), utili a costituire, anche se non in maniera esclusiva, il punto di partenza per concorrere alla nuova fase di programmazione dei Fondi Strutturali Europei 2014 – 2020.

Tutti i protagonisti dell’incontro, seppur con accenti e sfumature diverse, hanno convenuto sulla ineluttabilità di questa mutazione di indirizzo, considerato che il nostro Paese non potrà più presentarsi in maniera sparsa al confronto europeo sulla competitività. Di fronte alla difficoltà di definire un piano di investimenti, le risorse europee costituiranno sempre più in futuro il “cash” disponibile e non sarà più possibile né accettabile polverizzare, disperdere, lasciare inutilizzati questi finanziamenti.

La “specializzazione intelligente dei territori” è la direttrice di marcia con la quale il Paese intende rispondere alla nuova fase della programmazione UE, che si avvierà in maniera definitiva nella prossima primavera e che destinerà a Ricerca ed Innovazione all’incirca 70 – 80 miliardi di euro (dunque una parte imponente del budget comunitario). La Programmazione avrà al suo interno una clausola innovativa di “condizionalità” la quale imporrà regole più dure per i finanziamenti, dunque esigerà da parte italiana capacità di programmazione, selezione, rigore gestionale ed amministrativo.

Come ha spiegato la Dott.ssa De Luca, “condizionalità” significa che verranno finanziati quei programmi e quei progetti di cui si sarà realmente misurata “ex-ante” (e dunque programmata e verificata per tempo) la reale capacità ed efficacia in termini di ricaduta innovativa sul sistema produttivo, sulle conoscenze e sulla società. Anziché spingere come fatto sin qui sulla sovrabbondanza e sovrapposizione di progetti, i territori e le Regioni dovranno dimostrare una ben diversa capacità di selettività negli interventi in base alle loro specificità ed alle competenze esistenti, nonché sul piano nazionale concorrere con gli altri soggetti e territori alla creazione di aggregazioni di competenze, uniche in grado di garantire il successo dei progetti nazionali.

In questo senso, nel suo intervento introduttivo il Prof. Calderini ha sottolineato che per il nostro Paese è indispensabile “cambiare l’architettura di governo, da un modello piatto e disperso ad un modello di poli nazionali aggregati con economia di scala e di scopo, per riunire il meglio delle competenze esistenti e per liberarsi di ciò che non va bene”. I clusters nazionali, da intendersi come catalizzatori di specializzazioni, sono il primo passo in questa direzione nel quadro di una strategia tesa a cambiare il rapporto tra azione nazionale ed intervento delle regioni e dei territori.

La Dott.ssa De Luca ha fatto il punto sullo stato del negoziato in corso a livello europeo ed ha sottolineato la necessità che i progetti futuri rispondano ad una vera strategia regionale di ricerca ed innovazione. Al contempo è necessario a suo giudizio che siano migliorati gli strumenti di valutazione, in modo da correggere con valutazioni a più stadi progetti e scelte di finanziamento.

Il Dott. Raffaele Liberali ha ricordato che l’Italia sia stato in passato il Paese “inventore” dei “distretti”, ma che abbiamo nel tempo finito per polverizzare a dismisura gli interventi pubblici e privati. Oggi occorre continuare a far perno sulle 9 priorità dei clusters nazionali (alla cui valutazione progettuale sono state chiamate commissioni di esperti internazionali indipendenti) per prepararsi a competere sul piano europeo, tenendo anche conto che verranno premiati i progetti che rispondono anche alla clausola di obbligatorietà di cooperazione europea (bilaterale o trilaterale). Il Direttore Generale del Miur ha anche informato sulla revisione in atto (dalla UIL sempre sollecitata) dei criteri di finanziamento in base al DL 297/99 ed al DL 593/2000.

Il Dott. Emanuele Finora ha riassunto i risultati della fase istruttoria finale del bando “clusters tecnologici nazionali” (Decreto Direttoriale del 30/5/2012 n. 257). Le domande sono state 11 per un totale di 44 programmi e di 556 soggetti proponenti, di cui 440 imprese e 156 Università ed Enti di Ricerca. La fase istruttoria finale ha reso ammissibili solo 8 domande e 30 progetti per un finanziamento complessivo di 345 milioni di euro dei 408 disponibili. Le Regioni più attive sono state Lombardia, Piemonte e Puglia. L’obiettivo “cluster energia” non ha ancora un progetto approvato e ciò, data l’importanza del settore, imporrà di ripensare a nuove strade.

Il Prof. Luigi Gallo ed il Prof. Guido Pellegrini hanno illustrato le metodologie attraverso le quali il MIUR sta predisponendo una “mappa delle specializzazioni intelligenti” delle Regioni italiane sulla base dei dati conoscitivi in suo possesso dopo le molteplici esperienze dei PON, invitando i rappresentanti delle Regioni stesse ad evitare dannose “sovrapposizioni”. A loro giudizio la mappatura potrà rivelarsi molto utile nella gestione delle nuove opportunità offerte da “Horizon 2020”.

Il rappresentante della Commissione UE ha sottolineato che le esperienze passate della programmazione regionale dimostrano come “tutte le Regioni vogliono fare le stesse cose” e che la specializzazione si definisce intelligente quando invece fa perno sulle reali competenze e peculiarità del territorio. Solo così si può rispettare la clausola di condizionalità: nel caso ciò non avvenga, deve essere attribuito ai poteri centrali (MIUR) il compito di correggere i progetti e gli interventi in corso d’opera.

In qualità di rappresentante della Conferenza delle Regioni, il Presidente della Regione Umbria Marini ha manifestato l’adesione delle Regioni nella nuova strategia ed ha invitato i poteri centrali a coordinare meglio i tempi di partenza e di attuazione della programmazione “multilivello” (Europea, Nazionale e Regionale). Ha inoltre ricordato l’impegno richiesto alle Regioni nel coordinare gli interventi per Ricerca ed Innovazione con gli altri obiettivi della Coesione (approccio integrato dei fondi strutturali). Il Presidente ha richiamato l’attenzione della Commissione sulla necessità di una valutazione riferita ai risultati dei progetti e di un alleggerimento delle macchinose procedure burocratiche attuali. Infine, la Marini ha dichiarato la disponibilità delle Regioni a far perno sulla suscettività dei propri territori, a ricercare sinergie, a concentrare su pochi grandi obiettivi gli interventi della programmazione regionale, ad accettare una regia nazionale multilivello per una governance integrata e positiva.

Il Ministro Profumo ha teso a sottolineare l’importanza dei risultati raggiunti dal nostro Paese nel confronto dell’11/12/2012 nel Consiglio UE della Competitività. Risultati che sono misurabili, in particolare, su 4 versanti: a) inserimento di una settima priorità all’interno di “Horizon 2020” relativa alla “innovazione sociale”; b) semplificazione dei processi burocratici ed inserimento della clausola del 100% dei costi per Enti di Ricerca ed Università c) recepimento dei contributi per le piccole e medie imprese 4) partecipazione delle PMI all’interno dei singoli progetti almeno del 20%.

Il Ministro Barca nell’intervento finale, ha sostenuto l’importanza degli investimenti in Ricerca ed Innovazione per un paese che da 15 anni regredisce in competitività e produttività. Per il Ministro non ci possiamo permettere di finanziare solo attività di imprese solide: dobbiamo credere nell’investimento di rischio ed utilizzare il ritardo come opportunità facendo emergere da questo lodevole sforzo di programmazione le necessarie traiettorie di specializzazione su cui investire con coerenza e continuità nei prossimi difficili anni.

Il Ministro ha preso spunto dalla crisi dell’ILVA per sostenere che proprio la crisi profonda di un settore strategico, per tanti anni abbandonato al suo destino, sta mettendo in luce ora i forti interessi industriali e pubblici per interventi ad alto contenuto tecnologico. I nostri beni pubblici hanno bisogno di soluzioni innovative, non di una “programmazione di carta e senza risultati”. I cittadini chiedono più salute, più servizi e più lavoro, ed anche ricerca ed innovazione debbono contribuire nel tempo a soddisfare questa domanda sociale. Tali obiettivi devono essere perseguiti con impegno e con coerenza. Ciò significa che PON nazionali e POR Regionali debbono “dialogare” e non sovrapporsi o contraddirsi. In questa ottica i fondi devono essere investiti su traiettorie prestabilite, concordate, definite, perseguite e monitorizzate attentamente nel corso dello sviluppo dei progetti, attribuendo all’Autorità di Gestione di operare i dovuti correttivi in corso d’opera laddove dopo attento monitoraggio lo si ritenga necessario.

UIL RUA – Iperide Ippoliti

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