venerdì 29 Marzo 2024

Università di Ferrara: si predica “benessere”, si razzola “malessere” organizzativo

simboli-comparti universitaScriviamo questo comunicato perché i lavoratori di Unife sono coinvolti in un’ennesima fase di cambiamento organizzativo, che ha avuto inizio quasi due anni fa, che si riteneva concluso ed invece continua a produrre effetti attraverso “assestamenti progressivi”, in una sorta di “riorganizzazione perpetua”.

La collaborazione e lo spiccato senso di responsabilità dimostrata dal personale non nasconde tuttavia un diffuso sentimento di incertezza e precarietà, amplificato dall’assenza di coinvolgimento sia dei lavoratori che delle rappresentanze sindacali, alle quali si chiede soltanto di ascoltare e approvare.

In quest’ultima fase, considerata dall’Amministrazione un ulteriore “aggiustamento”, sono 6 le aree coinvolte, comprendenti 9 ripartizioni, 28 uffici e più di 70 unità di personale; alla fine risulta coinvolto quasi il 14% dell’organico.

In una assemblea del personale molto partecipata (poco meno di 200 unità di personale) sono emerse forti perplessità per quanto riguarda sia il merito che il metodo adottato. In quella occasione le rappresentanze sindacali hanno raccolto segnalazioni e suggerimenti portati al tavolo della trattativa; le segnalazioni, tuttavia, sono state solo minimamente prese in considerazione dalla controparte, che ha preferito procedere come aveva già deciso.
Due sono i livelli di criticità emersi durante l’assemblea:

– tecnico/organizzativo, derivante da criticità oggettive, misurabili e risolvibili tramite il monitoraggio e la misurazione dell’efficienza e dei carichi di lavoro;
– politico, evidenziato dalla mancanza di trasparenza e comunicazione, dal mancato coinvolgimento delle rappresentanze sindacali nelle sedi e nei modi dovuti e da uno scarso riconoscimento delle professionalità individuali.

E’ emerso un grave senso di smarrimento istituzionale, insicurezza, apprensione, paura (nelle soggetti più esposti) ma soprattutto perdita del senso di appartenenza istituzionale, con un crescente senso di malessere lavorativo.

Tutti i lavoratori chiedono il rispetto degli accordi, una comunicazione sostenibile, regole chiare ed omogenee da applicare senza eccezione nei processi riorganizzativi, soprattutto quando questi comportino procedimenti di mobilità.

Bisogna infine considerare che l’attuale organico è già sottodimensionato rispetto alle crescenti necessità organizzative; a ciò si aggiunga che nel triennio 2018-2020 andranno in quiescenza circa 50 persone. In questo scenario ed in assenza di concrete politiche di reclutamento, non sarà possibile assicurare i servizi e gli standard raggiunti dal nostro Ateneo.

Alla luce di questo scenario, diventa indispensabile procedere a calendarizzare una serie di incontri, finalizzati a condividere processi e strategie per un reclutamento efficace a sostenere le attività istituzionali, che non si possono far ricadere sul solo personale attualmente in servizio.

Nostra priorità sarà il rispetto dell’impegno assunto dai vertici per il completamento delle assunzioni del personale precario, ma riteniamo altresì necessario un investimento sia economico che formativo sul personale di ruolo, al fine di valorizzarne concretamente ed incrementarne le professionalità.

Federazione UIL SCUOLA RUA
“Ricerca Università Afam”
La Segreteria Nazionale

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