venerdì 3 Maggio 2024

Sgravi ai proprietari per favorire l’affitto degli immobili agli universitari

di Cosimo Lanzo – La gazzetta del Mezzogiorno

Il segretario generale della Uil Rua Attilio Bombardieri annuncia alla Gazzetta la volontà di avanzare una proposta concreta per aiutare gli studenti a trovare un posto letto nelle città italiane.

TARANTO – «Nell’incontro con il ministro dell’Università Anna Maria Bernini proporremo degli sgravi per i proprietari di immobili che concedono in affitto agli studenti, che per noi sono il futuro del nostro Paese». Il segretario generale della Uil Rua Attilio Bombardieri annuncia alla Gazzetta la volontà di avanzare una proposta concreta per aiutare gli studenti a trovare un posto letto nelle città italiane. Sul tavolo della segreteria Uil però ci sono tanti nodi che il comparto scuola, università e ricerca non ha ancora sciolto, come il nuovo contratto nazionale per l’Istruzione proposto dall’Aran a tutte le sigle sindacali lo scorso luglio.

Bombardieri, voi siete stati l’unica sigla a non firmare l’ipotesi di contratto dalla nascita delle confederazioni di Cigl, Cisl e Uil. Rimanete ancora sulla vostra posizione?

«Sì, ci sono troppi aspetti che non condividiamo. Sono state rinviate due questioni come il contratto di ricerca all’interno del contratto nazionale e la creazione della figura del tecnologo, che non è prevista nel nuovo contratto. Quindi i nuovi tecnologi assunti a tempo determinato nelle università con il Pnrr non potranno essere stabilizzati neanche volendo e sono persone ad alta specializzazione. Aggiungo che il contratto avrebbe dovuto creare un nuovo ordinamento per gli enti di ricerca in Italia e la pagina presentata dall’Aran era bianca. Se non ci sono aperture la nostra posizione non cambia e non firmeremo neanche il contratto definitivo».

Riguardo i ricercatori, il Miur nella seconda edizione del Fondo italiano per la scienza chiederà fino a 600 euro per chi vorrà farsi riconoscere il titolo di ricercatore conseguito all’estero, anche a professori ordinari e associati.

«È inaccettabile. Immagini per esempio chi abbia svolto un dottorato in una delle università più prestigiose al mondo, ad Oxford: lo costringiamo a pagare per vedersi riconosciuto il titolo, mi sembra una follia. Il titolo è valido in quanto tale, non può essere valido se pago. Questo significa mettere una tassa sulla cultura e dimostra che non c’è una reale volontà politica di far rientrare i ricercatori dall’estero».

Il governo nel disegno di legge di bilancio approvato dal Consiglio dei ministri prevede una riduzione delle agevolazioni fiscali per le professioni scientifiche dal 70 al 50 per cento. Cosa pensa la Uil?

«Il governo fa norme per i cervelli in fuga e per il loro rientro in Italia ma non garantisce loro un contratto valido. Riducendo questo tipo di risorse non incentiva il rientro dei cervelli in fuga ma peggiora la situazione».

Sempre nel ddl Bilancio il governo ha chiesto a tutti i ministeri un taglio lineare del 5 per cento se ogni dicastero non dovesse presentare un piano di revisione della spesa entro il 31 dicembre. Come giudica questa decisione rispetto a un paese come il nostro che l’Eurostat definisce ultimo per fondi spesi in Università e ricerca?

«Quando si parla di ridurre le spese per i ministeri si concretizza il tutto con la diminuzione di servizi ai cittadini e agli studenti, con la riduzione del personale tecnico-amministrativo. Se pensiamo poi al Ministero dell’Istruzione tutti, dai docenti fino al personale e ai ricercatori, avranno una riduzione della parte accessoria del loro salario, ovvero si penalizza l’anello più debole della catena».

Non se la passano bene neanche gli studenti, che da mesi manifestano piazzando le proprie tende di fronte agli atenei. Si lamentano della scarsità di posti letto negli studentati e della scelta dei proprietari di casa di destinare i propri immobili agli affitti brevi, facendo così schizzare in alto il costo per una stanza. Che soluzioni pensate di proporre?

«Gli studenti protestano perché il governo non sta dando risposte. Non si può dire che i proprietari delle seconde case devono essere obbligati ad affittare una stanza, c’è la proprietà privata e lo trovo paradossale. La realtà è che devono aumentare gli investimenti per innalzare il numero dei posti letto negli studentati universitari. Inoltre noi abbiamo chiesto un incontro con la ministra e a quel tavolo faremo una proposta concreta: concedere degli sgravi, come ad esempio il 20 per cento, ai proprietari che concedono in affitto i loro immobili agli studenti. Con una tassazione minore sarebbero invogliati ad affittare agli studenti, potrebbe agevolarli nel trovare un posto letto. Infine sono tre anni che chiediamo l’abolizione del numero chiuso. Non è adeguata la risposta che i fondi non sono sufficienti: si devono investire risorse in strutture e nell’assunzione di docenti. Gli studenti sono il futuro del nostro Paese».

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