giovedì 25 Aprile 2024

Università: 14 dicembre, mobilitazione nazionale

Le organizzazioni e associazioni universitarie indicono l’occupazione simbolica dei rettorati.

Per 14 dicembre p.v. sono stati convocati i Capigruppo del Senato per decidere sui tempi della discussione e della votazione del DDL. Le Organizzazioni universitarie invitano per il 14 dicembre tutte le componenti dell’Università a una giornata nazionale di mobilitazione, con l’occupazione simbolica dei rettorati. Le stesse Organizzazioni, se i Capigruppo dovessero decidere il proseguimento dell’iter del DDL, promuoveranno un presidio davanti al Senato per il giorno dell’inizio della discussione e indiranno uno sciopero in tutti gli Atenei.

ADI, ADU, AND, ANDU, AURI, CISL Università, CNRU, CNU, ConPAss,
CPU, CSA CISAL Università,  FLC CGIL, Rete 29 Aprile, SNALS Docenti Università,
SUN, UDU, UGL Università e Ricerca, UILPA UR, USB Pubblico Impiego

Il DDL sull’Università è stato approvato alla Camera nonostante la grande mobilitazione degli Atenei e delle Scuole dell’intero Paese, con la partecipazione di tutte le componenti: studenti, professori, ricercatori, precari, dottorandi, lettori-CEL, tecnico-amministrativi.

Il DDL è stato approvato in un contesto politico di estrema incertezza, con una Maggioranza divisa e un Governo debole, che ha scelto di impedire che si potesse liberamente manifestare davanti alla Camera, nonostante l’autorizzazione già concessa alle Organizzazioni in intestazione, e di creare, ingiustificatamente, un’ampia zona interdetta ai manifestanti.

Il Disegno di Legge approvato alla Camera, e che deve ora tornare al Senato, farraginoso e sostanzialmente inapplicabile, non risolve in alcun modo nessuno dei gravi problemi che affliggono l’Università italiana. Infatti esso rafforza i gruppi di potere baronali, aumenta a dismisura e istituzionalizza il precariato, peggiora ulteriormente i meccanismi di reclutamento e di avanzamento di carriera accentuando il localismo. In particolare, introduce un sistema di governo degli Atenei e del Sistema universitario che riduce ulteriormente l’autonomia e la democrazia nell’Università.

Il DDL:

– riduce l’accesso all’Università degli studenti e dei docenti-ricercatori necessari alle esigenze di crescita culturale, sociale ed economica del Paese;
– vanifica di fatto il diritto allo studio;
– espelle dall’Università intere generazioni di studiosi precari che hanno dedicato, spesso senza alcun riconoscimento dei risultati raggiunti, tanti anni alla ricerca e all’insegnamento;
– non assicura gli strumenti necessari all’indispensabile ricambio generazionale.

Per tutti questi motivi, nell’interesse dell’Università e del Paese, si chiede al Senato di non approvare un DDL rifiutato dall’intero mondo universitario e al Governo di aprire, come più volte e da tempo richiesto, una discussione pubblica sull’Università italiana e sulle sue reali necessità.

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