C’era una volta, dovremmo iniziare così, ma al momento l’Istituto di cui vogliamo raccontare la storia ancora esiste. Si tratta dell’IBPM che ha sede nell’ateneo ” La Sapienza” di Roma e che circa sette anni fa ha visto iniziare la procedura per il rinnovo del suo direttore.
Come da regolamento, il CNR ha proceduto alla selezione dei candidati alla direzione arrivando ad individuare la terna di idonei dalla quale il CdA dell’Ente doveva individuare il futuro direttore. Senza entrare in troppi particolari, due delle tre idonee (la terna era composta di sole donne) una esclusa per aver superato i limiti d’età indicati dal bando, l’altra ha rinunciato lasciando così una sola scelta al CdA.
Il CdA non sembrava gradire la nomina di quest’unica candidata tant’è che questa si è dovuta rivolgere alla magistratura ed è dovuta arrivare sino all’ultimo grado di giudizio per vedersi riconosciuto il diritto ad essere nominata Direttore del suddetto Istituto.
La storia sembrava finita ed invece è proprio in quel momento che inizia la parte più incomprensibile. La nuova direttrice, appena nominata, si vede negare la possibilità di accedere ai laboratori dell’istituto che da lei dovrebbero dipendere. Com’è possibile che in un Istituto che vanta più di sessanta dipendenti che si recano regolarmente tutti i giorni al lavoro, proprio il Direttore non possa entrare?
Sembra che il diniego all’accesso del direttore sia stato motivato da ragioni di sicurezza, anche se non siamo in grado di comprendere; la sicurezza di chi? o di che cosa?
Comunque sicurezza o non sicurezza la Direttrice non può entrare nel suo istituto e le viene concessa una stanza nella sede centrale del CNR dal quale dirigere la sua struttura. Situazione anomala che certamente non ha consentito che si potesse sviluppare un rapporto positivo con i dipendenti dell’Istituto.
L’epilogo della storia è che comunque il CNR ha proposto la soppressione dell’Istituto che si unirà ad un altro di dimensioni decisamente inferiori, 9 dipendenti, per dar vita ad un nuovo Istituto e così la Direttrice in questione decadrà risolvendo una volta per tutte quella che a noi sembra una incredibile storia.
Se fosse una favola potremmo concludere ” e tutti vissero felici e contenti” ma purtroppo quella che abbiamo raccontato è una storia vera.
Siamo pronti a scommettere che il nuovo Direttore o Direttrice non avrà tutti i problemi che ha avuto l’attuale Direttrice (almeno fino a soppressione avvenuta).
A noi questa sembra una brutta storia e non ci piace raccontarla ma, non farlo, può farci annoverare tra coloro che ne hanno condiviso il percorso e, deve essere chiaro, COSI’ NON E’.
UIL-RUA
Americo Maresci