mercoledì 16 Ottobre 2024

AFAM: Comparto AFAM quale futuro? Università o Scuola?

simboli-comparti afamLa legge 150/2009 conosciuta come legge Brunetta, che ha limitato fortemente il potere contrattuale dei lavoratori, ha stabilito che il numero dei comparti del pubblico impiego sarà ridotto dagli attuali 11 ad un massimo di 4.
Il processo di fusione e accorpamento darà vita alle nuove macro-aree del pubblico impiego. Non si è ancora deciso quali saranno, ma orientativamente potrebbero essere: sanità, scuola, regioni e ministeri. E dunque non avranno più la propria autonomia e identità contrattuale, gli Enti Nazionali di Ricerca, le Università pubbliche, le Accademie di Belle Arti e i Conservatori di Musica che oggi fanno parte del Dipartimento della formazione Superiore del MIUR, ex ministero dell’università.

L’unico modo per salvare il comparto AFAM, che è tra i più piccoli per numero di addetti, è l’abrogazione della legge 150 che all’epoca fu contestatissima e scatenò numerose manifestazioni e scioperi organizzati dalle OO.SS più rappresentative, perché ritenuta una legge ingiusta e punitiva per il pubblico dipendente senza risolvere i veri problemi delle pubbliche amministrazioni.

In questo momento il rischio di essere inseriti in una macro-area insieme alla scuola è molto forte con il pericolo di perdere l’autonomia, il valore artistico e culturale delle Istituzioni dell’Alta Formazione Artistica e Musicale.

La petizione lanciata dalla Uil Rua insieme ad altri che rifiutava ogni ipotesi di essere inseriti nel comparto scuola ma di seguire il destino dell’Università e gli Enti di Ricerca Pubblica ha raggiunto l’obbiettivo delle 5 mila firme.

La battaglia che il sindacato di categoria UIL Ricerca Università e Afam sta rivendicando con forza a tutti i livelli, è la creazione e l’esistenza di un comparto contrattuale unico per le istituzioni Afam, Università e Enti Pubblici di Ricerca, per dare identità e valorizzazione a tutte le figure professionali operanti nel campo della ricerca pubblica, dell’alta formazione e cultura.

Una tale “miopia” politica continua purtroppo a caratterizzare l’Italia nel momento in cui l’Europa e le nazioni più progredite investono massicciamente in Ricerca, Alta Formazione e Cultura, garantendo così il proprio futuro e quello delle nuove generazioni.

La Segreteria Nazionale

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