venerdì 11 Ottobre 2024

ENEA: Attesa senza fine

enea sede“Aspettare è ancora un’occupazione, è non aspettare niente che è terribile”, certo Cesare Pavese quando chiosava così ne “Il mestiere di vivere” non conosceva l’ENEA dove “Aspettare diventa troppo spesso, per molti, costante consuetudine”.

Si aspettano accordi sottoscritti e dimenticati, assunzioni programmate e cancellate, il contratto no, si è smesso persino di aspettarlo.

Ma la domanda più frequente e senza risposta che si può ascoltare, in questi giorni, nei nostri laboratori, nei nostri uffici , nei nostri corridoi… e persino nei bar dei singoli centri è :”Cosa accadrà il 27 giugno alla scadenza del mandato al Commissario?”.
In fondo sarebbe già bello poter pensare che qualcuno abbia finalmente sviluppato un progetto sull’ENEA, invece l’impressione è che… “si stia aspettando”.

Forse si aspetta prima la risposta all’altra domanda assai gettonata: “Cosa accadrà il 13 giugno quando il Consiglio dei Ministri tratterà la riforma della Pubblica amministrazione? Sarà prevista una legge delega per gli enti di ricerca?” , già perché le due questioni ci appaiono collegate, al punto che se la discussione sull’ENEA (e sulla ricerca) verrà in qualche modo procrastinata il 13 p.v., ci si potrà attendere, a nostro avviso, una proroga dello status quo anche sull’Organo di vertice ma se il riferimento diventerà una nuova legge, le cose potrebbero cambiare.

Appare improbabile la nomina di un vertice “stabile” , possibile invece un cambio della terna commissariale con un nuovo mandato… e proprio sui nuovi compiti della “governance di passaggio” che ci coglie qualche brivido lungo la schiena.

Chiunque vorrà comunque, definire chiaramente il ruolo dell’Agenzia, quantizzare le risorse umane, strumentali ed economiche sulle quali si potrà contare ora ed in prospettiva, vorrà entrare nel merito dell’ organizzazione del lavoro e manifesterà l’esigenza di una “sburocratizzazione interna” avrà in noi un fidato alleato soprattutto se assocerà, le legittime aspettative del “ricambio generazionale” e della “tutela di genere” alle competenze necessarie a coprire tutti i posti di “comando”.

Rinunciamo volentieri a qualche responsabile “anziano e magari un po’ rincitrullito” ma poco ci interessa lo scambio con giovanotti/e appartenenti alla “razza padrona” scelti sul solo requisito della carta d’identità, gli esempi quotidianamente sotto i nostri occhi ci bastano.

… A proposito, apprendiamo dalla Funzione Pubblica “Che sarebbe giusto riaprire la contrattazione pubblica (bontà loro n.d.r.), ma non ci sono i soldi, si è preferito dare gli 80 euro …” e che per quanto riguarda le assunzioni di precari nella Pubblica Amministrazione e nella ricerca in particolare bisognerà, con ogni probabilità “aspettare” una circolare che chiarirà agli enti come riformulare le domande , alcune giacenti da mesi (quella dell’ENEA dal 28 aprile) e pazienza se le ultime assunzioni riguardavano il turn over 2010, successivamente sarà un “decreto direttoriale Economia-Funzione pubblica a ristabilire regole e numeri”: Giovani interpreti di una vecchia burocrazia .

E’ con rammarico e frustrazione che comunichiamo a chi, in ENEA, credeva di essere già “dentro” e di averlo meritato con anni di precariato, a chi ha seguito con interesse gli esiti degli incontri tra ENEA e sindacati, ha ascoltato le nostre chiacchiere e letto i nostri comunicati … ” che possiamo solo aspettare” che burocrati vecchi e nuovi, esterni ed interni, che mai hanno conosciuto l’ansia che ingenera l’instabilità del posto di lavoro, decidano della loro vita e del loro futuro.
Questa attesa estenuante e senza fine diventa difficile da sopportare ed inaccettabile ogni giorno di più.

UIL RUA
Marcello Iacovelli

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