Con nota INAIL60202.12/01/2016.0000282 che si allega per opportuna conoscenza, il direttore del DIT ha comunicato la costituzione dei cosiddetti “Working Team” focalizzati su tematiche/settori di interesse trasversale, che saranno partecipati da personale identificabile per la spiccata professionalità e competenza in relazione agli argomenti individuati.
Si premette che, come più volte segnalato dalla scrivente O.S., risulta evidente che la definizione nel numero e nelle competenze dei laboratori e sezioni dei dipartimenti di ricerca ha escluso numerose attività prima di competenza dell’ex ISPESL, e che si rende pertanto sempre più necessaria la revisione urgente del modello organizzativo per le strutture della ricerca. Si ritiene infatti che quello dei “Working Team” sia un modo improprio di attribuire, a soggetti diversi da quelli adeguati, attività che sono spettanti a sezioni o laboratori, i cui responsabili avrebbero il giusto titolo anche ai fini retributivi.
Nella suddetta nota, si individuano i primi due argomenti di lavoro per questi gruppi, e si rileva che tali strutture non avranno alcun costo aggiuntivo. A tal riguardo esprimiamo perplessità derivanti dalla considerazione che se alcuni specialisti, provenienti dalle nostre strutture territoriali ricche di dipendenti con le qualità necessarie, dovessero chiedere di partecipare a questi gruppi di lavoro, per essi dovranno essere – giustamente – pagate le missioni, come avviene per i molti “gruppi di lavoro” (comunque denominati) già presenti presso il DIT. A meno che non sia già decisa la partecipazione di solo personale della sede centrale: in tal caso, però, si chiede di conoscere formalmente le motivazioni di una tale scelta, che induce discriminazione tra dipendenti e priva di riconoscimenti professionali ed economici parte dei lavoratori a parità di requisiti.
Relativamente alle procedure, riteniamo quantomeno bizzarra ma certamente incomprensibile la ragione per la quale il DIT definisce un coordinatore del gruppo e sceglie il personale che dovrà partecipare senza indicare nessun criterio riguardo le professionalità di interesse ed i requisiti necessari per il coordinamento del gruppo. Ad avviso della scrivente O.S., tale scelta identifica una modalità non adeguata, prefigurando un percorso basato su percorsi diversi dalle verifiche professionali, e quindi è ipotizzabile una ulteriore ipotesi di discriminazione.
Si chiede pertanto di iniziare immediatamente gli incontri con le OO.SS. per definire collegialmente la revisione del modello organizzativo del settore ricerca e risolvere i numerosissimi problemi che i lavoratori del settore RCV scontano quotidianamente sulla propria pelle “lavorativa”.
Si chiede inoltre di avere quanto prima le più volte annunciate regole trasparenti per l’attribuzione degli incarichi dove, come ribadito dall’amministrazione, non potranno essere valutati gli incarichi finora assegnati. Naturalmente ci chiediamo se una norma del genere possa aver valore di fronte ad un magistrato.
In attesa di cortese urgente riscontro si inviano distinti saluti.
UIL RUA INAIL
Marco Di Luigi