giovedì 10 Ottobre 2024

ISFOL: A proposito dell’ANPAL

ISFOL sedeCome facilmente prevedibile, la costituzione della nuova Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro si conferma per quello che è: un intervento inutile per il Paese e dannoso per i lavoratori.

Inutile, perché l’ANPAL e più in generale lo schema di DLGS in materia di politiche attive non costituiscono interventi capaci di dare risposte efficaci alla disoccupazione e al reinserimento lavorativo. Analogamente a quanto avviene in altri Paesi, per far questo servirebbero consistenti investimenti finanziari in servizi e risorse umane (e sommessamente aggiungeremmo investimenti diretti per la creazione di occupazione: altro che vincoli di bilancio in Costituzione ed austerity!). In Italia invece si pensa di svuotare il mare della disoccupazione con il cucchiaino, facendo sedicenti “riforme a costo zero” (contradizione in termini), rendendo incerto lo stesso futuro dei CPI, mantenendo una separazione funzionale tra politiche attive e passive, non risolvendo il rapporto tra Amministrazioni centrali e periferiche.

Va sottolineato che con il DLGS si intende procedere a Costituzione invariata verso un accentramento di funzioni in capo all’ANPAL, attribuendole in particolare un rilevante potere di controllo sulla spesa delle Regioni in tema politiche attive. Considerando che il testo costituzionale riconosce alle Regioni un potestà legislativa concorrente in materia, vi è il rischio concreto di ingenerare un dispendioso e lungo conflitto di attribuzioni tra centro e periferia, con possibili ricorsi alla Corte Costituzionale in merito alla stessa costituzionalità dell’ANPAL.

A fronte di ciò (e nell’ipotesi concreta che il Governo debba comunque intervenire successivamente su queste materie), contemporaneamente si arrecano danni alla ricerca ed ai lavoratori. L’istituzione dell’ANPAL prevede un ridimensionamento dell’ISFOL, attraverso la cessione di risorse finanziarie, ridefinizione delle funzioni e riduzione della pianta organica: in sostanza l’ennesimo colpo al Comparto della Ricerca, su cui invece bisognerebbe investire. L’ANPAL diviene inoltre autorità di gestione e come tale incamera le risorse dei progetti: difficile pensare ad un EPR veramente autonomo e terzo nella valutazione. A questo si aggiunge una mobilità imposta al personale di ruolo e precario dell’ISFOL, il blocco del turn over (del Ministero e dell’ISFOL), la fine progressioni di carriera (attraverso il ridisegno della pianta organica dell’ISFOL e la definizione del ruolo ad esaurimento in ANPAL). Il tutto congeniato per garantire la copertura delle spese per i nuovi organi dell’ANPAL!

Ma non è tutto. Per il personale di Italia Lavoro si viene a creare una situazione drammatica, nella quale vengono messe di fatto in discussione le stesse prospettive occupazionali (oltre ai precari già mandati a casa). Speriamo di aver capito male e speriamo che si provveda immediatamente: non vorremmo infatti che, con un intervento che pretende di migliorare le politiche attive, il Governo vada ad incrementare il numero dei disoccupati. Sarebbe uno strano paradosso, a meno che non si miri a sperimentare anche sulla pelle dei lavoratori di Italia Lavoro le sorti magnifiche e progressive delle nuove politiche attive del Jobs Act!

La UIL RUA ISFOL ribadisce quindi la critica netta all’istituzione dell’ANPAL, che come altre “riforme” del Governo Renzi crea solo nuovi problemi, senza risolvere quelli strutturali. Il nostro impegno unitario resta quello di chiedere al Governo ed al Parlamento i necessari correttivi al DLGS e di tutelare i lavoratori interessati da interventi assolutamente insensati.

UIL RUA ISFOL

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