sabato 27 Luglio 2024

ISFOL: Occupazione contro un Jobs Act che smantella l’Istituto e manda a casa i precari

ISFOL sedeDa settimane le lavoratrici e i lavoratori chiedono risposte. Che fine farà l’Isfol? Che ne sarà dell’unico ente pubblico di ricerca che si occupa di lavoro, formazione e inclusione sociale? Cosa ne sarà dei suoi 250 precari che da oltre 10 anni lavorano nell’Ente il cui contratto scade il 31 dicembre 2014?

Non avendo ricevuto garanzie per il futuro dell’ISFOL e del personale, i lavoratori e i sindacati decidono di occupare l’Istituto.

Con il Jobs Act si intende smantellare l’unico ente pubblico di ricerca deputato a monitorare e valutare gli effetti e le conseguenze della nuova riforma del mercato del lavoro.
Nell’ambito della delega sul riordino della normativa sui temi dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, infatti, è prevista l’istituzione di un’Agenzia nazionale per l’occupazione. Per la sua costituzione saranno utilizzate le risorse umane, finanziarie e strumentali già disponibili anche mediante la razionalizzazione degli enti strumentali del Ministero del lavoro.
C’è dunque il rischio concreto che per l’istituzione dell’Agenzia si debba passare per lo smantellamento dell’Isfol (ente in house del Ministero del lavoro) e con la trasformazione dei precari in nuovi disoccupati.

Sola conseguenza certa di tutto questo è che nessuno potrà più valutare il programma Garanzia Giovani, il funzionamento del contratto a tutele crescenti, le misure di incentivo all’occupazione e così via. Tali funzioni verranno demandate solo al Governo…che quindi valuterà se stesso!

Altro drammatico rischio che si corre è quello della perdita di fondi e finanziamenti provenienti dall’Europa (FSE 2014-2020) dato il ruolo di primo piano dell’Isfol nell’attuazione della programmazione del Fondo Sociale Europeo. Mandare a casa metà del personale e depotenziare la sua attività non può che creare un danno a tutto il Paese.

Pertanto FLC CGIL, FIR CISL, UIL RUA e ANPRI condannano l’ennesimo attacco alla ricerca pubblica e ribadiscono con forza la loro contrarietà a politiche che ne eliminano una voce autonoma e autorevole e non fanno altro che alimentare la disoccupazione.

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