martedì 30 Aprile 2024

ISTAT – Lettera aperta al Presidente e al Direttore Generale

Il riconoscimento è unanime. C’è sempre chi dice: si potrebbe fare meglio. Ma nella sostanza questa amministrazione in materia di COVID 19 si sta muovendo al meglio di molte altre realtà della PA. Un apprezzamento che esprimiamo e confermiamo.

Ma compito di una OS è quello di non lasciare niente e nessuno indietro.

I quadri dirigenti di questa UIL sono stati formati per guardare ai problemi, prima che arrivino, anziché farvi fronte dopo averli attesi. Cosi le donne e gli uomini che operano in questa UIL ritengono che al di là del tema stretto Emergenza Covid -19 è necessario intervenire proprio in considerazione della grave situazione che si è creata:

Orario di lavoro – Abolizione Fascia di compresenza: la normativa ultima spinge verso un incremento della flessibilità in materia di orario di lavoro. Rinnoviamo la proposta di abolire la fascia di compresenza. La situazione emergenziale giustifica da ogni punto la si voglia vedere l’abolizione della fascia di compresenza per i lavoratori IV – VIII come strumento utile nell’affrontare l’emergenza Covid-19

Mantenimento del lavoro agile come modalità di prestazione lavorativa ordinaria cosi come introdotto dalla normativa in materia di Covid 19 è necessario mantenere il lavoro agile come modalità di prestazione lavorativa ordinaria fino al termine dell’emergenza.

Lavoratori Categorie Protette: è il momento per l’amministrazione di investire nelle dotazioni tecnologiche del resto anche chieste dalla normativa vigente (a partire dalla legge Stanca sui non vedenti del 2004 rimasta un lodevole sforzo stilistico fino ad arrivare alla Direttiva 3/2020 di FP) che garantiscano la partecipazione attiva e viva dei lavoratori sordi e non vedenti alle attività dell’ufficio in modalità agile. L’emergenza Covid – 19 ha evidenziato dunque ad avviso della UIL i ritardi tecnologici e culturali nei confronti di quei lavoratori non vedenti e sordi che ad oggi ad esempio sono sostanzialmente esclusi da occasioni di scambio quali le videoconferenze o i corsi in videoconferenza.

Non ci piacciono poi i primi passi del Disability Manager che sembra confondere il ruolo per un incarico ricevuto dall’amministrazione di tutelarla dai lavoratori appartenenti dalle categorie protette piuttosto che essere un volano delle politiche di integrazione di questi lavoratori all’interno delle attività di ufficio.

Lo stesso sta accadendo nel CUG che in queste settimane in occasione della relazione sulle attività 2019 ha frenato nonostante le nostro proposte sul richiamare con forza l’amministrazione ad un immediato e forte impegno nell’integrazione dei lavoratori non vedenti e sordi limitandosi semplicemente ad “auspicare” che ciò avvenga.

In materia di diversità quindi ancora a parere della UIL c’è da lavorare, soprattutto in termini di sensibilità. Ci auguriamo nelle prossime occasioni maggiore sensibilità e consapevolezza dei ruoli ricoperti.

Coronavirus, bonus di 100 euro in busta paga: L’articolo 63 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, “Cura Italia”, ha introdotto un bonus di 100 euro netti da corrispondere con la retribuzione di aprile a favore dei lavoratori dipendenti pubblici con reddito complessivo nell’anno precedente non superiore a 40.000 euro, che durante il periodo di emergenza sanitaria COVID-19, abbiano prestato servizio nella sede di lavoro nel mese di marzo 2020. Il premio spetta ai titolari di redditi da lavoro dipendente di cui all’art. 49, comma 1, del Testo unico delle imposte sui redditi, e non concorre alla formazione della base imponibile ai fini delle imposte dirette. Ai fini del limite dei 40.000 euro, si deve tener conto solo ed esclusivamente dei redditi sottoposti a tassazione progressiva IRPEF e non anche quelli assoggettati a tassazione separata o ad imposta sostitutiva. Il premio va rapportato al numero dei giorni di lavoro svolti nella propria sede di lavoro a marzo.

Il comma 2 prevede, inoltre, l’automaticità della erogazione a partire dalle retribuzioni corrisposte dal mese di aprile 2020, e comunque entro i termini previsti per le operazioni di conguaglio, da parte dei datori di lavoro che rivestono la qualifica dei sostituti di imposta.

Detto questo ad oggi però l’amministrazione non ha ancora erogato alcunché in attesa di non meglio precisati chiarimenti circa la RISOLUZIONE N. 18/E della Agenzia delle Entrate.

Lavoratori in Part-Time: ci risulta che anche molti di loro stanno lavorando in lavoro agile al pari di tutti – l’amministrazione quindi salvo richieste dei lavoratori dovrebbe permettere la richiesta di “sospendere” il regime di part time per questi mesi erogando in pieno lo stipendio.

Riconoscimento Indennità di turno ai colleghi RDS: nel corso dell’ultimo incontro per l’ennesima volta vi è stato un rinvio della decisione ad un ulteriore tavolo tecnico. Unitariamente tutte le OO.SS. rappresentative chiedono pari trattamento a tutti i lavoratori che svolgono la propria attività in regime di turno. L’amministrazione come spesso suo solito è riuscita a ficcarsi in un “cul de sac” chiedendo ai Dirigenti di “certificare” lo svolgimento di attività in turno anche in modalità agile. Nei settori Comunicazione e Informatica i Dirigenti lo hanno riconosciuto genericamente a tutti i lavoratori interessati senza alcun problema. Nel settore amministrativo il dirigente asserisce di non poter certificare alcunché.

Peccato che questa certificazione sia però una modalità organizzativa interna che si è data l’amministrazione e che nulla ha a che vedere con la corresponsione di una indennità legata ad una attività effettivamente svolte da remoto da alcuni RDS in modalità agile e che rimane comunque in capo al Direttore Generale in qualità di Datore di Lavoro.

Un tentativo di penalizzazione e discriminazione di alcuni lavoratori che vengono trattati come se fossero meno eguali tra gli eguali che non ci trova conniventi.

A nulla poi valgono le giustificazioni addotte dall’amministrazione nelle quali si rinfaccia a questi lavoratori “che non gli è stato detto di svolgere la loro attività di RDS da remoto”. Una argomentazione debole che stride con la normativa vigente che in fase emergenziale dichiara il lavoro agile quale prestazione ordinaria lavorativa.

A quei lavoratori si doveva dire da subito che nonostante la normativa, in modalità da remoto gli RDS non dovevano rispondere al telefono, aiutare i colleghi, gestire le richieste da parte di ditte esterne, ecc. anziché “furbescamente” farglielo fare facendo finta di non sapere che lo stavano facendo.

Ci auguriamo dunque che questo tavolo risolva positivamente la questione. Di certo questa situazione si è trasformata da un piccolo innocuo caso legato ad un numero ristretto di lavoratori a un caso di principio emblematico della necessità di garantire pari trattamento a tutti i lavoratori che svolgono la propria attività in regime di turno. Perché come O.S. sappiamo bene che a togliere “soldi” ai lavoratori si inizia dai più deboli per poi isolare e colpire i più forti.

Le beghe tra chi firma cosa, o cosa non firma, non possono ricadere su dei lavoratori che carte alla mano dimostrano di aver lavorato da remoto in qualità di RDS e che per questo al pari degli informatici e dei loro colleghi della comunicazione non devono essere penalizzati dal loro Datore di Lavoro cioè il DG.

Tabulati telefonici e mail di indicazione della articolazione in turni della loro attività sono li dimostrare ciò che una interpretazione burocratica da parte di alcuni vorrebbe negare, facendoli passare per dei bugiardi.
Cinque e non una OO.SS. hanno chiesto parità di trattamento. Sarebbe un atto gravissimo se si sfruttasse la buona fede di alcuni lavoratori di questo Istituto.

Buoni pasto per i telelavoratori: dopo l’ottima intesa sul riconoscimento dei buoni pasto per i mesi di emergenza Covid-19 ai lavoratori in lavoro agile è prevista per il 14 maggio una convocazione per discutere circa il riconoscimento dei buoni pasto anche per i lavoratori in telelavoro.

Ci auguriamo che l’amministrazione voglia fare una riflessione al suo interno volta a non penalizzare questi lavoratori in una situazione emergenziale cosi difficile.

Fiduciosi che nell’interesse dell’Istat risieda anche la soluzione delle problematiche del personale, ci attendiamo che il Presidente e il Direttore Generale sappiano cogliere le notevoli possibilità di una ritrovata concordia generale

Federazione UIL SCUOLA RUA
“Ricerca Università Afam”
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